(testo tradotto ed editato dal Tokyo Shimbun per Internazionale. Autrice: Alessia Cerantola)
Tokyo è stata scelta come sede delle olimpiadi del 2020. Ma la strada che porterà al successo dei giochi sarà in salita finché non si fermerà l’emergenza alla centrale nucleare di Fukushima. Secondo un sondaggio, l’80 per cento degli intervistati è favorevole a ospitare le olimpiadi. L’assegnazione ha creato molte aspettative. si calcola che le entrate saranno intorno ai tremila miliardi di yen (22 miliardi di euro) e che saranno creati più di 150mila posti di lavoro. Gli atleti faranno sognare un paese afflitto dalla concorrenza spietata, dalla povertà, dalla mancanza di lavoro e dall’invecchiamento della popolazione. Ma molti non hanno festeggiato. Le perdite radioattive dalla centrale di Fukushima, su cui è concentrata l’attenzione dei mezzi d’informazione stranieri, rimangono il più grande motivo di preoccupazione, anche se in Giappone l’argomento è passato in secondo piano. Il primo ministro Shinzō Abe ripete che la situazione è sotto controllo e che Tokyo non subirà conseguenze, ma non è convincente. Non basta che Tokyo sia sicura. Mostrare un nordest del paese di nuovo in piedi sarebbe la miglior forma di ospitalità.
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