Otsuchi (Iwate, Giappone). Tra le macerie si solleva odore di incenso. Alle cinque di mattina, come ogni giorno, Teruo Hirakane versa del tè verde in due coppe di terracotta e le dispone su una tavoletta di legno posata a terra come un piccolo altare buddista. Poi accende due sigarette, che lascia spegnere mentre prega qualche istante in ginocchio. “Questo era il salotto, di là il bagno e la cucina, e la scala da cui si saliva al secondo piano”, spiega percorrendo con l’indice le fondamenta della casa nel cui spazio, tra il fango, ora cresce l’erba e qualche pianta di zucca e girasole. “La sera quando tornavo dal lavoro mi fermavo nel terrazzo al secondo piano a fumare una sigaretta con mia moglie. Andavo a comprarle nel negozio qui vicino, all’angolo della strada”. Dove ora sorge un cumulo di mobili, specchi, libri e auto. Qualcuno ha appoggiato una cassetta con dentro disposte ordinatamente borse, portafogli e zaini vuoti, e accanto una statua arrugginita della divinità Ebisu, protettrice dei pescatori. Photogallery
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August 2023
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