Two and a half years after the Great East Japan Earthquake, all kinds of recovery efforts are still going on in the stricken areas.
This is the third time for Italian journalist Alessia Cerantola to visit the Tohoku region since the disaster. She started gathering information for an Italian newspaper immediately after the earthquake. Continue reading here.
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Italian journalist Alessia Cerantola is visiting the Tohoku region for the third time since the 3.11 disaster.
Continue reading here. (by Alessia Cerantola for BBC College of Journalism) It took years to reach an agreement on how much freelance journalists in Italy should be paid. But the approved law, heralded as a milestone by the government and the national union of journalists (FNSI) - the only substantial organisation for journalists - disappointed freelancers and external contributors as well as the National Order of Journalists (ODG), the state-approved organisation which regulates Italian journalism. The discontent burst into flames with a street protest in Rome on 8 July, along with the launch of a Twitter attack under the hashtag #stopfnsi. In an online petition on Change.org, journalists asked for the withdrawal of the law and the resignation of the union's president. The organisation Youth Press Italia announced the cancellation of this year's Youth Media Days, a popular annual festival dedicated to young journalists in Naples. But without success. The new law called “fair salary” (equo compenso) establishes a minimum wage for radio, video, print and web journalists who are members of the ODG but work without regular contracts. It states, for example, that a minimum of 144 articles of at least 1,600 characters each, written during the course of one year for the same daily newspaper, should be paid a total gross amount of no less than 3,000 euros (250 per month, about 20 euros per piece). Photos and videos provided with the story might increase the amount by between 30% and 50%. A minimum of six stories for a single local radio and TV station would be valued at no less than 3,000 euros per year. If the minimum is not reached, the rate is not necessarily applied. Finally, it specifies that journalists have to cover all their own costs in relation to the reporting process. (di Alessia Cerantola per Internazionale n.1061) Shukan Kinyobi, Giappone Un gruppo di 43 giornalisti freelance giapponesi ha fatto causa contro la legge che tutela il segreto di stato, firmata nel dicembre 2013 dal primo ministro Shinzō abe. La legge dà diritto ai vertici amministrativi di limitare al pubblico, e quindi alla stampa, l’accesso ad alcune informazioni ritenute riservate. Secondo i giornalisti che hanno portato l’accusa davanti alla corte distrettuale di Tokyo, la legge è incostituzionale perché vìola il diritto dei cittadini all’informazione e la libertà di ricerca. L’accusa ha sottolineato che la legge minaccia l’informazione indipendente, proprio in un momento in cui i giapponesi si fidano meno dei mezzi d’informazione tradizionali. Inoltre, hanno aggiunto i giornalisti, la trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione potrebbe essere intaccata. La prossima udienza, dove sarà chiamato in causa anche il primo ministro, è fissata per metà settembre. (di Alessia Cerantola per Internazionale, 4 luglio 2014) Il 1 luglio 2014 il governo di Tokyo ha approvato una riforma che cambia radicalmente l'interpretazione della costituzione pacifista. La nuova lettura dell'articolo 9, che limitava la libertà d'intervento dell'esercito, è appoggiata dagli Stati Uniti e dà più potere alle forze armate giapponesi, che potranno partecipare alle missioni internazionali al fianco degli alleati. Il via libera del governo è arrivato nonostante le manifestazioni di protesta e l'immolazione di un uomo a Tokyo, di cui la tv di stato Nhk non ha dato notizia. "Per rafforzare le capacità di difesa" scrive il Mainichi Shimbun "non era necessario abrogare la limitazione alle operazioni collettive, bastava migliorare le forze esistenti. La modifica dell'articolo 9 della costituzione è una mossa dalla quale non si torna indietro e a cui potrebbe seguire una svolta militarista". "Il governo sta rapidamente cambiando la storia costituzionale del paese", scrive il Tokyo Shimbun. "Dalla fine del 2013 sono state introdotte la legge sul segreto di stato, è stato creato il consiglio nazionale per la sicurezza ed è stata approvata una nuova strategia militare che aumenta l'esportazione delle armi". Per l'Asahi Shimbun "la nuova interpretazione della costituzione è di fatto una revisione. Questa riforma, fatta in fretta e nonostante il parere contrario della maggior parte dei cittadini, è una minaccia per la democrazia. (un documentario di Alessia Cerantola e Daniela Sala) COME STA L'INDIPENDENTISMO VENETO? Quanto è diffuso in Veneto il sentimento indipendentista? Qual è il futuro industriale della regione che una volta apparteneva alla cosiddetta "area del marco"? La rivoluzione mancata quando bastava anche "solo il Veneto" per cambiare tutta l'Italia. In Veneto Renzi trionfa alle europee, la Lega perde consensi ma resiste a Padova. A poche settimane di distanza esplode lo scandalo Mose. Intanto il consiglio regionale approva una proposta di legge per un referendum sull'autonomia della regione. “Il Veneto spesso anticipa fenomeni che poi si diffondono nel resto del paese – dice Marco Almagisti, professore di Scienze politiche all'Università di Padova -. Chi vuole perdere le elezioni deve sentirsi sicuro del consenso in questa regione”. E in questa regione il Pd alle elezioni europee del maggio scorso ha incassato il 37% dei consensi, staccando il movimento 5 stelle di 17 punti percentuali e la lega di 22. Un consenso che Renzi avrebbe riscosso proprio tra gli imprenditori. Continua... di Alessia Cerantola per Wired Italia (Tokyo) Sono bastati pochi anni al sito Niconico per diventare uno delle principali gruppi virtuali in Giappone. E presto dalla rete i suoi utenti sono diventati una comunità reale ed eterogenea, che si incontra e condivide tematiche diverse. A fine aprile nella zona fieristica alle porte di Tokyo si sono ritrovate circa 125mila persone per partecipare alla seconda edizione di un un megaevento organizzato dall’azienda, il “Niconico chokaigi” per i suoi utenti e fan. E non solo. In una serie di padiglioni si sono raccolte aree per mini concerti, incontri di sumo, partite di shogi – un tradizionale gioco da tavolo giapponese - tra uomini e robot o interventi di politici, tra cui quello del primo ministro Shinzo Abe. Ogni sessione veniva registrata e proiettata negli schermi con l’integrazione dei commenti di quasi 7,6 milioni di spettatori che hanno seguito online. “Un appuntamento così grande che trasforma in qualcosa di reale i contenuti online ed è organizzato dalla stessa azienda di servizi non ha precedenti. Per questo alla prima edizione non avevamo nemmeno gli sponsor”, spiega Akiko Matsumoto, portavoce di Dwango, l’azienda che possiede Niconico. Continua... (by Alessia Cerantola for the BBC Academy) When Andrea Marinelli, an Italian freelance journalist, decided to cover the Republican Party presidential primaries in 2012, he started without an assignment or a supporting newspaper. Like most of the new generation of self-employed reporters from Italy, he knew he couldn’t count on the paltry income from published stories with media outlets to even cover his travel expenses. Having spent all his savings on low-budget motels and flights during the first part of the electoral tour, he made an announcement through a blog he had started weeks before that had been followed by thousands of fans. He said that in order to continue his travels he would need his readers' help. His appeal produced $5,000 and he was able to continue to follow all the primaries - through couch surfing, travelling on buses and using free wi-fi.Like most of the new generation of self-employed reporters from Italy, he knew he couldn’t count on the paltry income from published stories with media outlets to even cover his travel expenses. Continue reading here. (di Alessia Cerantola per Il Fatto Quotidiano) Il termine che ricorre in molti giornali giapponesi è “inevitabile”. La strada verso la riattivazione dei reattori nucleariprogressivamente spenti dopo l’incidente alla centrale diFukushima numero uno è in discesa. Sono bastati tre anni per permettere al primo ministro Shinzo Abe di riaffermare il peso per il Giappone dell’energia nucleare. L’11 aprile l’esecutivo giapponese ha approvato il principale documento per la politica energetica del paese. Si è trattato della prima vera revisione su questo tema fatta dal governo dopo i danni provocati dal terremoto e tsunami del marzo 2011. Tuttavia, la varietà delle idee contenute nel testo non fa riferimento a piani concreti per interrompere la dipendenza dal nucleare e ha invece restituito un ruolo centrale all’atomo tra le fonti energetiche nel paese. (di Alessia Cerantola per Internazionale) Il parlamento ha approvato il budget annuale dell’emittente pubblica giapponese Nhk nonostante l’opposizione di sei parti- ti, confermando così la natura discussa del corso intrapreso dalla tv giapponese dopo la nomina di Katsuo Momii alla presidenza, scrive il Mainichi Shimbun. A gennaio Momii fresco di nomina aveva dichiarato che l’Nhk avrebbe seguito la linea del governo di Shinzō Abe, provocando reazioni indignate nel paese. Nonostante le scuse, Momii non ha convinto l’opinione pubblica, scrive l’Asahi Shimbun, anche perché si è rifiutato di riconsegnare le lettere di dimissioni in bianco fatte firmate all’intero consiglio d’amministrazione il primo giorno del suo incarico. |
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