(traduzione dal Tokyo Shimbun per Internazionale. Autrice: Alessia Cerantola) La dura vita delle lavoratrici giapponesi. Sempre più donne subiscono il mobbing quando rimangono incinte. In un paese che dedica molta cura alla crescita dei bambini, ma assiste poco chi aspetta un figlio. In Giappone sempre più lavoratrici incinte subiscono il cosiddettomatahara (maternity harassment). Il termine si riferisce al mobbing che le gestanti subiscono sul posto di lavoro e che spesso le costringe a dare le dimissioni. Secondo un recente sondaggio della Confederazione dei sindacati dei lavoratori giapponesi, il 26 per cento delle donne intervistate – una su quattro – ha dichiarato di aver subìto pressioni di questo tipo. Dall’indagine emerge anche che lo stress provocato da queste situazioni in alcuni casi può portare all’aborto. Una delle cause della difusione di questo fenomeno è l’aumento delle lavoratrici con contratti atipici, che si trovano in posizioni più deboli all’interno delle aziende e quindi più facilmente attaccabili. Megumi è una designer di 41 anni che vive a Tokyo e che due anni fa è rimasta incinta. Fai clic qui per effeRacconta che non dimenticherà le parole con cui il suo superiore ha accolto la notizia: “Se tu fossi mia moglie non ti farei lavorare. Lascia il lavoro e tornatene a casa”. Allora Megumi dirigeva la sua sezione, ma da un giorno all’altro è stata sostituita. “È come se all’improvviso avessi ricevuto una dichiarazione di guerra”. Megumi ha continuato a lavorare ma in ufficio sparlavano di lei e girava voce che stavano cercando il modo per farla licenziare. Stremata dalla situazione, un giorno tornando a casa ha cominciato a sentire forti dolori addominali e ha rischiato di abortire. Alla fine è riuscita ad avere il bambino ma ha deciso di lasciare il lavoro. Ancor oggi non riesce a capire come sia possibile incontrare tutte queste diicoltà per avere un figlio. Secondo il sondaggio della Confederazione dei sindacati, tra gli strumenti di mobbing più comuni ci sono i maltrattamenti verbali, l’interruzione del contratto di lavoro, il licenziamento o l’invito alle dimissioni volontarie. “Mi facevano portare oggetti pesanti e mi fumavano in faccia”, ha riferito una delle donne intervistate. “Spesso sul posto di lavoro gli altri impiegati non si rendono conto che si tratta di modi di importunare le donne e non tutti sanno che esistono leggi che tutelano le donne incinte”, spiega Yoko Murakami del Centro per il lavoro atipico. “Ci sono anche molte persone che stanno zitte per paura di perdere il posto”.
La situazione è difficile perfino negli ospedali, dove si suppone che si conosca il corpo delle donne incinte. In base a un’indagine della Federazione dei sindacati dei lavoratori del settore sanitario, nel 2009 il 34 per cento delle infermiere ha avuto una minaccia d’aborto, con un aumento del dieci per cento rispetto a vent’anni prima. Molte infermiere arrivano a nascondere la gravidanza sul posto di lavoro per non subire molestie. La giornalista Miki Kobayashi, autrice di un libro sull’aborto sul posto di lavoro, lo spiega così: “Il problema è che sul posto di lavoro non c’è tempo di pensare agli altri”. Secondo il dottor Masao Nakamura, direttore del Centro sanitario dell’associazione per madri e figli, l’aspetto più pericoloso durante la gravidanza è lo stress provocato ai rapporti umani, che può provocare minacce d’aborto. Cambiare mentalità Hiromi Sugiura, ricercatrice dell’università Rikkyo, un istituto per il benessere sociale, è un’esperta di matahara. Punta il dito contro un modo di pensare difuso tra i giapponesi secondo cui le donne dovrebbero smettere di lavorare appena scoprono di essere incinte: “In Giappone si stanno promuovendo misure per far crescere bene i bambini, ma manca il supporto per le donne durante la gravidanza”. Per Kyoko Kobayashi, dell’associazione per le donne lavoratrici, “prima di tutto le donne devono farsi sentire”. Per matahara s’intendono sia le molestie psicologiche e fisiche inflitte alle lavoratrici incinte, sia il fatto che chi si assenta per partorire non viene riassunta. Dopo le molestie sessuali e quelle legate alla loro posizione di potere, il matahara è l’ennesimo tipo di maltrattamento che le donne lavoratrici devono subire. ttuare modifiche.
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