In una delle società più vecche del mondo, il settore funebre è quello che meno risente della crisi. A dieci minuti di macchina dalla stazione di Shinagawa, a sud del centro di Tokyo, si trova un residence vistosamente lussuoso, la nuova “casa funebre” del gruppo Heian Cerimony Service. Al suo interno, oltre l’ingresso con l’altare per le ceneri del defunto dove si celebra la cerimonia, c’è un ampio spazio dedicato agli ospiti: sala da pranzo, cucina, bagno e camera da letto con frigobar e televisore. Il necessario, insomma, per la vita di tutti i giorni, come in una guest house. Per aumentare il comfort e far sentire gli ospiti a casa propria non ci sono porte automatiche né portaombrelli esterni come quelli dei negozi. «Ho potuto passare più tempo con il defunto», ha dichiarato al settimanale Shukan Toyo un cliente. «Nella precedente cerimonia invece eravamo in 300, ma è finito tutto presto, appena il tempo dell’estremo saluto». Tokyo, capitale del Giappone, da sempre attira lavoratori che abbandonano le proprie famiglie per cercare fortuna. Nel caso di un lutto, per partecipare ai funerali del proprio caro emigrato, i parenti sono costretti ad affrontare viaggi troppo lunghi per tornare a casa in giornata e spesso devono pernottare in hotel. Le case per i funerali nascono per andare incontro proprio a questa necessità, soprattutto delle famiglie di ceto medio alto.
Un mercato, quello funebre, che i mezzi d’informazione hanno definito come il nuovo business e che raggruppa tra le 6 e le 7 mila imprese registrate. Oltre alla capitale, le nuove case stanno cominciando a fiorire in altre aree dell’arcipelago, come nella prefettura di Gunma e di Fukuoka. PIÙ DI 20 MILA EURO A CERIMONIA. Secondo i dati del sito d'informazione News Postseven, un funerale in Giappone può arrivare a costare più di 20 mila euro, contro i circa 4 mila euro negli Stati Uniti e i mille euro nel Regno Unito. Anche se la spesa unitaria per una cerimonia, secondo una recente indagine del ministero dell'Economia del commercio e dell'industria giapponese, sta diminuendo, lo scorso anno ci sono stati 1 milione e 190 mila decessi che hanno fatto fruttare al settore oltre 1 miliardo e 500 mila euro. Una media di circa 13 mila euro a defunto. Tra le cause della riduzione delle spese c'è sicuramente il fatto che molte famiglie preferiscono il 'rito breve', rinunciando alla veglia notturna che precede la cerimonia. Ma c'è anche un altro fenomeno da considerare. Secondo il settimanale Toyo Keizai, con l’invecchiamento della popolazione, stanno diminuendo anche le presenze ai funerali. Metà delle persone che muoiono oggi hanno più di 80 anni e, a 20 anni dalla pensione, sono rari gli ex colleghi di lavoro che si presentano al rito. A volte i defunti non hanno più nemmeno i parenti. Se si aggiunge il fatto che molti preferiscono i funerali ristretti tra familiari, il successo delle nuove case non è scontato. IL FUNERALE 2.0. Ma nulla è perduto. Le imprese funebri si sono consolate con le stime delNational Institute of Population and social security research, secondo cui il picco di numero di morti in Giappone sarà raggiunto nel 2055, lasciando al mercato dei funerali altri decenni per prosperare. Alcune imprese fanno già a gara per offrire i servizi collegati più innovativi: dalla possibilità di assistere via internet alla diretta della cerimonia a quella di prenotare la propria tomba direttamente dal computer di casa, come il posto del cinema.
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