Dopo essere stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per l’alto livello di radiazioni dopo l’incidente nucleare del 2011, ora gli ex abitanti dell’area attorno alla centrale di Fukushima Daiichi devono prendere un’altra grave decisione. Quella, cioè, di lasciare i propri terreni perché venga costruita una struttura di stoccaggio di materiale contaminato proveniente dall’impianto nucleare e dall’area circostante. Non è un consenso facile da dare, visto che da più di tre anni i rifugiati delle città di Futaba e Okuma, dove si trova l’impianto, si trovano a vivere in moduli abitativi provvisori in altre zone della stessa regione. Solo pochi hanno deciso di lasciare l’area e di trasferirsi altrove nell’arcipelago, definitivamente. Ad aprile del 2014 nella sola prefettura di Fukushima erano ancora circa 150mila gli sfollati. Alcuni hanno lasciato le proprie case perché comprese nella trentina di chilometri del raggio d’evacuazione dalla centrale. Altri per scelta, perché non si sentivano al sicuro dove vivevano. La nuova richiesta riduce le speranze di poter tornare un giorno nelle proprie case. Continua qui.
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August 2023
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